Fatturazione elettronica: stiamo andando nella direzione giusta?
Milano, 27/03/2019
Iscriviti al Webinar Fatturazione Elettronica & EDI
Sono passati più di due mesi dal giro di chiave che ha avviato i motori dell’Agenzia delle Entrate per la ricezione delle fatture in formato elettronico scambiate tra privati tramite il Sistema Di Intercambio (SDI). Se da un lato è troppo presto per trarre delle conclusioni, dall’altro sicuramente ha senso fare un primo check point per capire se stiamo andando nella direzione giusta.
In qualità di partner ufficiali dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b, abbiamo la possibilità di interagire e scambiare idee e opinioni con l’intera community dell’Osservatorio, composta da enti, istituzioni, providers e grandi aziende che hanno dovuto adeguarsi all’obbligo normativo. Questo confronto virtuoso ci ha permesso di sviluppare una visione completa e strutturata del progetto di Fatturazione Elettronica B2B relativo al SDI.
Secondo i dati divulgati dall’ Agenzia delle Entrate il 19 febbraio 2019, il processo pare funzionare. Su 228 milioni di fatture scambiate tra 2,3 milioni di soggetti solo il 4.4% sono state scartate per errori di compilazione. Tuttavia, sia durante i forum di discussione intavolati nell’ambito dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica che durante il confronto giornaliero con i nostri clienti, è emerso che la grande maggioranza delle criticità incontrate non sono legate al SDI in sé, quanto al modo in cui gli utenti si interfacciano con esso.
Dal punto di vista tecnico, le aziende hanno dovuto adattare i propri processi interni per garantire la compatibilità con le procedure imposte dallo SDI dando origine inevitabilmente a una serie di incompatibilità. Il SDI è infatti uno strumento di scambio dati comune per tutte le aziende: è naturale che non sia perfettamente compatibile con tutte le esigenze aziendali specifiche. Per questo motivo, è indispensabile adattare le procedure del SDI alle proprie necessità e renderle più company-friendly. Siamo convinti che con il supporto di un partner esperto e affidabile, le aziende possano godere di quelle “opportunità” che sono state il cavallo di battaglia nel promuovere il passaggio alla fatturazione elettronica. Lo abbiamo sperimentato aiutando i nostri clienti ad adattare con successo le procedure del SDI ai propri processi aziendali o a disegnare nuovi flussi per ottimizzare i processi interni e guadagnare un importante vantaggio competitivo.
Dal punto di vista amministrativo, invece, le aziende sono più caute nel risolvere in via ufficiosa eventuali errori commessi durante la generazione delle fatture. Di norma, le aziende si accordavano per eliminare la fattura errata ed emettere la sostitutiva corretta senza che la prima venisse registrata. A partire dal 1 gennaio di quest’anno, gli utenti percepiscono la fattura elettronica inviata allo SDI come documento ufficiale e certificato e questo accresce negli operatori il timore delle conseguenze di eventuali errori presenti all’interno della fattura inoltrata.
In realtà, come indicato dall’Agenzia delle Entrate stessa, è sufficiente che le informazioni minime presenti nella fattura siano corrette perché il documento conservi la validità, anche in presenza di altri dati errati. In altre parole, se l’errore non riguarda i dati obbligatori, la fattura è valida e può essere registrata mantenendo in vita l’accordo che già in precedenza regolava i rapporti con i propri clienti e fornitori.
Facciamo un esempio. Se il nome del mittente o del destinatario sono riportati in maniera errata in fattura, il documento è comunque valido per il SDI in quanto le informazioni minime richieste come, ad esempio, la PIVA sono corrette. In questo caso è quindi sufficiente prendere nota dell’errore, informare il mittente affinché lo corregga per gli invii futuri e procedere con la registrazione della fattura. Allo stesso modo, se viene emessa una fattura verso una PIVA non più esistente, il documento è comunque valido e può essere registrato.
Christian Sammarco, EDI Consultant